Storia della letteratura italiana – ode a Ernesto Bignami

scritto e interpretato da Sante Maurizi

tecniche: teatro d’attore  – età consigliata: dai 14 anni

Un viaggio divertito ma rigoroso nella letteratura italiana fondato sulla scommessa che si possa leggere e ascoltare di letteratura così come si guarda un film, si va a mangiare una pizza con gli amici o si ascolta musica. Uno spettacolo pensato per essere rappresentato in qualunque spazio, dall’aula scolastica al teatro vero e proprio, con un rapporto diretto e coinvolgente con quello stesso pubblico – i ragazzi (e gli insegnanti) – vessato dal dover studiare per obbligo. Perché il fatto è che bisognerebbe studiare per piacere, non per obbligo. Poi, certo, la vita è fatta anche di compomessi, tipo studiare cose noiosissime. Ma se non leggo anche cose che non mi piacciono, come faccio a sapere che cosa mi piace e cosa no?
Un racconto per gli studenti fatto con gli studenti, che tra oggetti, situazioni e miti a loro vicini (barattoli di nutella, zainetti, innamoramenti e canzoni) viaggeranno in luoghi apparentemente lontani, tra la Scuola Siciliana, il Dolce Stil Novo, Dante, Ariosto, Manzoni e Gadda: perché, senza essere troppo paradossali, una canzone degli “Zero Assoluto” ha a che fare con i Trovatori (o Lucio Battisti con Francesco Petrarca) più di quanto si pensi.
Nume tutelare dello spettacolo, Ernesto Bignami. Uno che aveva capito tutto. Un mito al quale, alla fine dello spettacolo (un po’ come con i Salmi responsoriali) si leva grata un’ode:

O Ernesto, tu che ci hai indicato la strada, te omaggiamo e supplichiamo per le nostre fortune scolastiche.
   Lode a te, Ernesto Bignami.
Fa che la prof non scopra il Tuo Vangelo nascosto sotto il banco.
Fa che io riconosca che cosa valga la pe¬na di studiare.
Fammi capire che cosa posso evitare.
Dammi la saggezza di scegliere tra una cosa e l’altra.
Fammi trovare al più presto la mia anima gemella, ma non fammi soffrire troppo per amore.
E soprattutto fa che a suo tempo trovi in fretta un lavoro e da vecchio mi diano una pensione decente!
   Lode a te, Ernesto Bignami.

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