Compagnia di Teatro di innovazione, sperimentazione, infanzia e gioventù
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LA TANA DEL CONIGLIO E QUEL CHE ALICE VI TROVO’

ALICE copia

di Nadia Imperio
da
“Alice nel paese delle meraviglie”
di Lewis Carrol

regia di Malachi Bogdanov

con Luisella Conti, Stefano Chessa,
Antonello Foddis, Maurizio Giordo,
Nadia Imperio, Antonella Masala,
Laura Ortu, Ilaria Pinna,
Stefania Sanna

disegno luci Paolo Palitta
scenotecnica e fonica Michele Grandi
scene e costumi Luisella Conti e Nadia Imperio

La storia
Provate a chiudere gli occhi… così, bravi. E ora immaginate di vedere apparire, come dal nulla, un Gatto. Piano, non così veloci! C’è ancora soltanto una zampa, poi l’altra; ecco il suo corpo peloso e ciccione, la coda, la testa; e, dentro la testa, ecco disegnarsi due grandi occhi, un muso, e infine, un enorme sorriso sornione… Di colpo, è scomparso. Ora c’è di nuovo. Ora non c’è più.
E adesso, chi vi è passato accanto, facendovi vento? Uno strano signore in cappello? Vi sembra di conoscerlo?.. Ma no, non è il vostro vicino di casa! Scommetto che vi viene voglia di seguirlo per vedere dove va…
Qualcuno per la fretta ha scordato il salvagente. Pochi passi più in là, ecco un cuscino. Sembra che pioverà…meglio cercar riparo sotto un fungo! Una vecchia cicciariccia a suon di cha-cha-cha è uscita a godersi lo spettacolo…Sarà più simpatico Certo-che-sì o Certo-che-no?
Ma cosa c’è dietro quella porta? …E dentro quel giardino? Se credete di non avere la chiave giusta per entrarci, basterà girare l’angolo; e se vi verrà paura, fischiettate; poco importa se la musica verrà fuori tutta stonata.

Lo spettacolo
Lo spettacolo, realizzato dalla Botte e il Cilindro, si sviluppa in un avvicendarsi di personaggi e di incontri dentro il Paese delle Meraviglie, conducendo il bambino di sorpresa in sorpresa nel mondo fantastico concepito da Lewis Carroll come regalo per la vera Alice, la bimba che nel 1862 ispirò il libro allo scrittore. Per non tradire l’autore, la versione teatrale vuole – per assurdo – allontanarsene completamente. I giochi linguistici (che devono adattarsi al contesto del bambino di oggi, così come Carroll guardava alla società vittoriana), i costumi e il trucco (che diventano da soli scenografia), la musica (specie attraverso un uso parodistico dei generi), facendo entrare lo spettatore in un non-mondo di sogno senza il quale, forse, non potremmo concepire la nostra “vera” esistenza.