Rataplàn – parole e musica dal Risorgimento
una coproduzione Il Crogiuolo – La botte e il cilindro
in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Sassari
con Daniela Cossiga, Mario Faticoni, Sante Maurizi
al pianoforte Simone Sassu
luci Paolo Palitta, scenotecnica Michele Grandi , costumi Daniela Cossiga
testi, scene e regia di Sante Maurizi
Accademia di Belle Arti di Sassari Dipartimento di Arti Applicate
Scuola di Scenografia
scene Edoardo Falchi Silvia Pazzola
sculture Martina Matta
costumi Carla Arrigo Elisa Casula Davide Cossu Giulia Loddo Claudia Spina
Quarto di Genova, sera del 5 maggio 1860. In attesa di salire sui piroscafi che li avrebbero portati in Sicilia, gli uomini dello stato maggiore garibaldino ingannavano il tempo ascoltando il Generale che cantava arie d’opera. È questa l’immagine da cui prende le mosse Rataplàn: un viaggio lungo il Risorgimento attraverso il teatro, i canti popolari, il melodramma, i versi che contribuirono a mobilitare le coscienze e creare un sentimento di appartenenza.
Quando Garibaldi doveva fissare il quartier generale per la spedizione dei Mille, pensò alla villa dove abitava Candido Augusto Vecchi, un marchigiano di buona famiglia che era stato al suo fianco durante la difesa della repubblica romana. Vecchi abitava villa Spinola, una grande villa bianca che i genovesi chiamavano casùn giancu. Tempo dopo Vecchi andò a Caprera come tanti a visitare il Generale nella bianca casuccia.
Il tragitto dal casùn giancu di Quarto alla bianca casuccia di Caprera, dall’epopea al suo tramonto, è lo stesso di Rataplàn. Addio mia bella addio, La bella Gigogin, Camicia Rossa dialogano con i versi di Manzoni, Giusti, Berchet, Pellico e le parole musicate da Verdi, Bellini e Mercadante. L’amor di patria, i valori di libertà e giustizia, il voler fare gli italiani, erano idee sostenute da vere passioni: di giovani generosi che trovarono nella letteratura, nella musica, nella poesia ispirazione e guida. Rataplàn è un modo per tornare a ciò che abbiamo definito – rimuovendole – letteratura e musica sentimentali. Per sperimentare se il canone risorgimentale abbia ancora da raccontarci qualcosa. Per pensare ciò che si è stati provando a immaginare ciò che saremo.
Lo spettacolo è una coproduzione de La botte e il cilindro con il Crogiuolo di Cagliari diretto da Mario Faticoni – in scena in Rataplàn -, ed è anche la prima occasione di collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Sassari per lo svolgimento di tirocini che completano il percorso di studi degli allievi in vista del conseguimento del diploma: studenti a fianco delle maestranze del teatro nella progettazione e realizzazione di scene, costumi e attrezzeria. Un’occasione importante di studio e sperimentazione nell’anniversario dell’Unità. Per il regista, Sante Maurizi, «il Risorgimento è il periodo di maggiore e potente formalizzazione nazionale di iconografia, simboli e allegorie che costituiscono un canone parallelo a quello letterario e musicale. Con gli studenti e i docenti e di scenografia, scenotecnica e plastica ornamentale stiamo indagando su questo immenso patrimonio per provare a capire se ancora ha da dirci qualcosa. È un’occasione ideale per avviare il rapporto con l’Accademia. Un modo per promuovere ‘sul campo’ i talenti, le idee e il mestiere degli allievi».
recensione Antonio Ligios, La Nuova Sardegna, 19 aprile 2011 Manuela Vacca su L’Unione Sarda 8 giugno 2011 e 3 giugno 2011 Lara Gargano su Reporters on line Anna Sanna su Reporters del 23.4.11 locandina e volantino pdf
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