“Giulio Cesare” di Shakespeare al Canopoleno di Sassari
Venerdì 11 e sabato 12 aprile 2014 presso l’aula magna del liceo classico Canopoleno a Sassari, in occasione del 450.o anniversario della nascita di William Shakespeare, GIULIO CESARE.
In scena Yassin Abbas, Silvana Accardo, Viviana Aretosi, Carla Baldereschi, Marta Canu, Maria Carrabs, Stefano Carta, Manuela Contena, Fabio Contini, Alberto Cossu, Chiara Cuccuru, Gabriele D’Alessandro, Silvia Di Pietro, Francesca Galasso, Ilaria Gallus, Chiara Garrucciu, Francesco Gavini, Andrea Gennati, Federica Marras, Valeria Masia, Elisabetta Milia, Chiara Menini, Jake Pensavalle, Roberto Piu, Luca Poddighe, Sara Porcu , Giulia Rubattu, Laura Sanna, Marina Sanna, Antonio Simon, Monica Unali.
Laboratorio coordinato da Anna Maria Canneddu, Daniela Cossiga, Sante Maurizi, Milena Tanca. Laboratorio teatrale del liceo Canopoleno realizzato con il patrocinio del Comune di Sassari. In collaborazione con Università di Sassari – Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali, Conservatorio di Musica Luigi Canepa, Scuola di teatro per ragazzi La Botte e il Cilindro.
Shakespeare scrisse Giulio Cesare nel 1599. L’intera tragedia è un unico, ininterrotto conflitto, sia a livello personale che politico. Il tempo è un elemento importante non solo per i riferimenti storici, ma anche perché i personaggi guardano continuamente al passato e al futuro, sentono presagi e profezie. Il protagonista non è solo colui che dà il nome all’opera. Per Cesare, o contro di lui, tutto si compie, ma è il suo uccisore, Bruto, il motore dell’azione dall’inizio alla fine. Complesso e tormentato, è un eroe moderno, pieno di dubbi esistenziali ed etici. Adattata diverse volte per lo schermo, Giulio Cesare è una tragedia nel “patrimonio genetico” di chiunque, anche di chi non l’ha mai letta. Densa di momenti memorabili, come la famosissima orazione di Antonio sul cadavere di Cesare: Romani, amici, cittadini, datemi ascolto. Sono qui per seppellire Cesare, non per tesserne le lodi. Il male che gli uomini fanno vive dopo di loro, e spesso il bene viene sotterrato con le loro ossa. Così sia per Cesare. (Atto III, scena II). Il terreno ideale per un laboratorio teatrale con i giovani delle scuole superiori di Sassari, come al Liceo Classico Canopoleno si fa ormai da diversi anni.
La Nuova Sardegna, 9 aprile 2014 La Nuova Sardegna, 11 aprile 2014 La Nuova Sardegna, 22 aprile 2014
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Un laboratorio su Shakespeare permette qualche considerazione circa il teatro a scuola.
La memoria.
I versi del Bardo procurano ai ragazzi una prima inquietudine: non riuscire a imparare i versi. La scuola ha smesso da tempo di far memorizzare (par coeur, dicono i francesi) poesie e formule, e nel frattempo la memoria è diventata roba da chiavette, pennette, dischi fissi e clouds. Solo gli attori e i cantanti lirici (e i musicisti quando suonano senza spartito) hanno necessità di tenere in efficienza quella somma facoltà umana. Permettere ai ragazzi di testarne la funzionalità sulle modalità complesse del linguaggio scespiriano è un valore aggiunto. Che permette di scoprire in sé potenzialità mai sospettate.
Il rigore.
Anch’essa parola fuori moda, non solo nella scuola. Un laboratorio teatrale è stare assieme, divertirsi, esibirsi. Ma senza rigore basterebbe – per stare assieme, divertirsi ed esibirsi – non dico andare in gita scolastica, ma semplicemente salire sul pullman che ti porta in gita. Il teatro è rigore e disciplina.
Shakespeare.
È un’enciclopedia. Mettere in scena Giulio Cesare vuol dire fare storia, letteratura, lingue, filosofia, dottrine politiche. Ma basterebbe soltanto essere riusciti a far leggere un testo come quello. La lettura dei classici è forse in assoluto la cosa più difficile da fare a scuola e all’Università. Nessuna ricerca online e nessuna storia della letteratura può sostituire la lettura diretta dei testi. Per il tramite del teatro può essere più facile.
Infine.
C’è una frase che Cesare indirizza a Calpurnia per minimizzarne le ansie: Cowards die many times before their deaths. / The valiant never taste of death but once. Leggermente modificata, è la frase che Paolo Borsellino amava ripetere: “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”. Quando abbiamo deciso di mettere una targa sulla casa che all’Asinara ospitò Borsellino e Giovanni Falcone durante un agosto di tanti anni fa (quando i due magistrati vi si ritirarono per sfuggire alle minacce mafiose e scrivere l’ordinanza-sentenza del ‘maxiprocesso’) i colleghi superstiti del pool ci hanno suggerito di incidere proprio quella frase. Per dire che Giulio Cesare, Shakespeare, il teatro, l’arte, non sono orpelli ma ragioni di vita.
Sante Maurizi
«Shakespeare 450» è una iniziativa organizzata dal Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali dell’Università di Sassari, Conservatorio di Musica Luigi Canepa, Liceo Classico Canopoleno, Liceo Classico Azuni, Arts Tribu e compagnia teatro La Botte e il Cilindro, con il patrocinio del Comune di Sassari.
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