Compagnia di Teatro di innovazione, sperimentazione, infanzia e gioventù
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SUL PALCO, FUORI DAL PALCO

Per sito copiaconferenze-spettacolo sul teatro in Sardegna oggi

Si tratta di una piccola rassegna di conferenze-spettacolo sul teatro in Sardegna oggi. L’idea è quella di invitare il pubblico sassarese a conoscere le diverse realtà teatrali della nostra regione. La formula è quella della conferenza-spettacolo, durante la quale le compagnie ospitate possono raccontare la poetica che sta alla base delle loro produzioni, mostrando alcuni passaggi dei loro più recenti spettacoli e descrivendo il lavoro di ricerca fatto nell’approccio al lavoro di messa in scena. Saranno incontri informali aperti a tutto il pubblico e sarà anche l’occasione di vedere all’opera alcuni artisti sardi che raramente trovano spazio nei cartelloni della nostra città.
L’obiettivo de La Botte e il Cilindro è ancora una volta quello di realizzare attività mirate alla “promozione del pubblico”. Un invito rivolto a tutti coloro che vogliono conoscere meglio il mondo della produzione teatrale, ciò che si muove “fuori dal palco” con la ricerca e la regia e il percorso delle prove realizzate “sul palco”.

martedì 27 ottobre ore 21:00 > “PASOLINI-DE ANDRE’ – La verità l’utopia e il sogno” - Origamundi – ingresso libero
Si tratta di un Incontro spettacolo sulla genesi dello spettacolo “LA MALEDIZIONE DEI PURI – Se Pasolini e De André”, spettacolo che verrà realizzato mercoledì 28 ottobre alle ore 21:00 sempre al Teatro Ferroviario.
L’attrice e drammaturga Francesca Falchi ed il musicista Guido Maria Grillo racconteranno la genesi dello spettacolo La maledizione dei puri-Se Pasolini e De André, la nuova produzione di Origamundi. Coordina Sonia Borsato curatrice d’arte e docente all’Accademia di Belle Arti di Sassari. I due autori ed interpreti condivideranno con il pubblico presente il processo creativo che ha portato alla realizzazione della drammaturgia de La maledizione dei puri, un percorso durato un anno. A partire da un“idea unitaria di Cristo” in cui la spiritualità di Pasolini, si incontra con la “pietas” laica di De André, Falchi e Grillo catapultano il Gesù di Pasolini-De André nella contemporaneità. Un Gesù, quello di Pasolini-De André, che accoglie i poveri, i diseredati, gli emarginati e attraverso la sua Parola “rivoluzionaria” li incita a prendere coscienza dei soprusi e degli abusi perpetrati dal Potere; un Gesù la cui crocifissione è la crocifissione di una Verità scomoda. Ecco allora come il Cristo di Pasolini-De André si è incarnato in dieci “figure” e situazioni incastonate nei dieci Comandamenti appositamente reinterpretati. Dieci personaggi (da Federico Aldrovandi a Rita Atria, da Padre Pino Puglisi a Donatella Colasanti, dal terremoto dell’Aquila alla vicenda Eternit, dalla Madonna delle Grazie all’AIDS fino ad Eluana Englaro ed Antonio Russo) la cui “crocifissione” ha rivoluzionato (nel bene e nel male) il sentire comune di un Italia sempre più farisea, dove la morale clemente è per i ricchi e il rigore intransigente per i poveri.

venerdì 13 novembre ore 21:00 > NELLA TEMPESTA - Spazio T di Alghero – ingresso libero
regia di Chiara Murru – musiche di: Bjork – U2 – Gavino Murgia – Moby – Audio poesia di Erri De Luca – assistente e scenografa Elena Muresu
“Nella tempesta” non è uno spettacolo, non è una performance, non è un’esito scenico. E’ il frutto collettivo di un processo creativo, di ricerca condotto da Chiara Murru con i suoi allievi-attori tra i 13 e i 40 anni.
A partire da “La Tempesta” di W. Shakespeare e dalla vicenda di Prospero, abbandonato su una barca con sua figlia piccola Miranda, lasciato alla deriva, esiliato su un’isola. Come rifiuti portati dal mare, sopravvissuti o morti, anime approdate su una spiaggia, si ritrovano a vivere (?) in un limbo.
Il processo creativo parte dal concetto di “trasposizione del reale” e unisce fotografia, poesia, video, reportage, giornalismo e musica.
Partendo da uno scatto di Antonio Mannu che ritrae quello che potremmo immaginare essere un Prospero contemporaneo, il Signore di un atollo delle Maldive adibito a discarica (vedi foto). “Nella Tempesta” è ambientata su un’isola fatta di rifiuti. La scenografia è stata realizzata con la spazzatura portata dal mare e recuperata sulla spiaggia di Poglina: plastica, resina, oggetti di varia natura, legni, spugne reti e cime.
“Nella tempesta” è una riflessione sul tema (tristemente attuale) dell’immigrazione e delle stragi del mare a partire proprio dal “rifiuto” restituito dal mare.
E’ un lavoro articolato in quadri corali che raccontano a partire dalla prima scena – la nave in mezzo alla tempesta – una storia di “non vivi”. I protagonisti sono i morti in mare o i sopravvissuti che rimasti vivi si costruiscono a fatica una non-vita.
E come non pensare al corpicino del piccolo Aylan Kurdi morto a 3 anni nel “mare nostrum”.

venerdì 5 dicembre ore 21:00 > LASCIAMI CANTARE UNA CANZONE – bozzetto italiano tenero e rabbioso - Il Crogiuolo di Cagliari – ingresso € 8,00
di Mario Faticoni – con Mario Faticoni e il Trio Acusmatica – direzione musicale Tore Spano
È una specie di storia d’Italia attraverso la canzone. Sfilano anni, valori, stili. L’inizio è opera lirica, canzone napoletana, romanza da salotto. Sentimenti, lingua, musica cambiano repentinamente tra il ‘12 e il ‘18, allorché Armando Gill inventa i suoi stornelli e le sue burle, da cui sortisce il gioiello Come pioveva. Finisce la prima guerra mondiale ed ecco la delusione impadronirsi di locali bui e fumosi, i tabarins, dove scettici blu e seducenti maliarde celebrano il disincanto e l’evasione esotica, attirando gli sberleffi di Petrolini. Pochi anni ed ecco le canzoni all’aria aperta, che rendono protagonisti ruscelli, prati, biciclette e le prime Topolino. Se il Ventennio fascista reclama le sue canzoni, l’opposizione inventa le sue, con satira arguta e sottile: Pippo, Maramao, Biagio, Banda D’Affori… Passando attraverso le maglie dell’autarchia nazionale, spuntano i terroristi del ritmo, Natalino Otto con In cerca di te e Alberto Rabagliati con Ba ba baciami piccina. Il passaggio al cinema sonoro offre però la rivincita alla tradizionale canzone melodiosa: Beniamino Gigli commuove il pubblico con la sua Mamma. La guerra non ferma la produzione di canzoni. Lo spettacolo però sì. Solo il tempo di Ma mi, canzone della Resistenza, e cala il sipario.