IO, POLLICINO
di Consuelo Pittalis
regia di Pier Paolo Conconi
con Stefano Chessa, Luisella Conti, Consuelo Pittalis
scene e costumi di Luisella Conti
disegno luci Paolo Palitta
scenotecnica Michele Grandi
La trama
Mio padre e mia madre erano spaccalegna, noi eravamo in sette, tutti maschietti. Eravamo poverissimi e per giunta io ero molto delicato e non aprivo mai bocca, così scambiavano per grulleria quello che era un segno di bontà. Ero piccolissimo e quando venni al mondo non ero più grosso del pollice di mio padre…ero il bersaglio della casa e mi davano la colpa di tutto. “E’ stato lui!”, dicevano i miei fratelli, “è stato lui” qualsiasi guaio combinassimo. Ero però il più assennato e fine di tutta la famiglia e se parlavo poco è perché ascoltavo molto: infatti sentii una notte i miei genitori che dicevano: “è una gran brutta annata questa…freddo, fame e carestia è quello che ci aspetta”…ma, un momento! Non mi sono presentato: sono Io, Pollicino!
Un bambino solo e sperduto nel bosco ci racconta la sua storia: ha fame freddo e molta paura. È solo e piccolo ma non si da per vinto. Armato di coraggio e di grande furbizia affronterà gli ostacoli che la vita gli propone in un viaggio che è anche un cammino verso la maturità e l’autonomia dalle figure genitoriali.
La messa in scena
Pollicino è lo spettacolo che dopo Cappuccetto Rosso e Riccioli d’oro chiude la trilogia dedicata ai bambini che si perdono nel bosco.
Con una riscrittura del tutto originale e attraverso le suggestioni create dalla musica e dall’immaginario proposto, si vuol mettere in evidenza il messaggio che da sempre questa fiaba porta agli ascoltatori di tutte le età: per quanto grandi possano essere i nostri “orchi”, il coraggio di affrontarli ci porterà sempre a vincere su di essi.