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CARTELLONE – 22 e 23 novembre al teatro ferroviario – ore 21:00

instagram-copiaSi conclude questo fine settimana la rassegna Cartellone organizzata dalla Compagnia Teatro La Botte e il Cilindro. Quattro spettacoli più due eventi collaterali per una rassegna dedicata ai diversi linguaggi dello spettacolo dal vivo: teatro, danza e musica. Il Teatro Ferroviario si propone ancora una volta come un vivace polo culturale nel quale si confrontano compagnie, autori, attori ed operatori sardi dello spettacolo. Uno spazio aperto a tutti e capace di gettare le basi per collaborazioni artistiche di buon livello. La rassegna quest’anno si è inserita all’interno dei festeggiamenti per il trentennale dell’apertura del Teatro Ferroviario. L’obiettivo si conferma quello di creare un’offerta sempre più completa e eterogenea, capace di attrarre spettatori di tutte le fasce d’età.
La rassegna ha già visto in scena la Compagnia “La botte e il cilindro” con la produzione originale BLUEBEARD 1951, uno spettacolo composito tra musica e teatro con in scena Sara Pusceddu e Salvatore Delogu e la compagnia ASMED Balletto di Sardegna con lo spettacolo FIORE DI LOTO, uno spettacolo tra danza e teatro dedicato al tema del femminicidio.
Ad arricchire il programma si sono svolti due eventi collaterali. Il primo la RESTART della BIBLIOTECA DELLO SPETTACOLO presso il locale cittadino Quod Design, una nuova opportunità per tutti gli appassionati che vorranno consultare i libri dedicati al teatro, al cinema e allo spettacolo in genere. Il secondo che si è svolto al Ferroviario IMMAGINARE NUOVI PERCORSI, un interessante incontro dedicato alle attuali opportunità e progetti per la cultura e lo spettacolo nella città di Sassari, che ha visto intervenire diversi operatori cittadini e l’assessore alla cultura.

Gli appuntamenti conclusivi della rassegna saranno due spettacoli, il primo di danza ed il secondo giocato tra teatro e poesia. Ingresso > biglietto unico € 8,00.

22 novembre – ore 21:00
Meridiano Zero
EPPOINULLA
spettacolo di poesie o spettacolo con poesie?
di e con Alessandro Doro
consulenza registica: Marco Sanna
alla console: Romina Tanca
assistente tecnico: Massimo Casada

Al momento di scrivere queste note mi rendo conto che c’è un che d’amletico nel titolo dello spettacolo “Eppoinulla”; più che fatale caso, felice coincidenza, dato che Amleto viene citato in più d’un passaggio e ha l’arduo compito di chiudere il cerchio, proprio lui che non l’ha chiuso o l’ha chiuso in discutibile modo.
Ma il titolo non dice nulla, o dice poco, di uno spettacolo nato impulsivamente dall’esigenza di elaborare “Di insetti, arrotini e altre amenità”, una specie di reading in cui presentavo le mie poesiole, prevalentemente nonsense, che da po’ propongo sui palcoscenici più disparati. La cosa mi è sfuggita di mano e da uno spettacolo “di” poesie è diventato innanzitutto uno spettacolo “con” poesie o, meglio, esperimenti, prove, esercizi di linguaggio poetico. Nell’ora e mezza (quasi) che dura, parlo e parlo quasi sviscerando ogni singola parola, fonema, trucco, scherzo, rimando, senza tralasciare le circostanze in cui sono stati architettati. Ecco, alla fine dei conti mi pare uno spettacolo “sulla” poesia; i miei versi, o pseudo tali, sono un pretesto per mostrarne alcuni aspetti. Senza proclama alcuno, è anche uno spettacolo sul modo di “recitare” poesia, parodiando modalità in cui non lo si dovrebbe fare e in cui spesso cade l’uomo di teatro. Qui arriviamo al punto poiché, siccome, come ho affermato prima, la cosa mi è scappata di mano, è pure, ma sotto traccia, uno spettacolo sulle possibilità del linguaggio del teatro, del contemporaneo, del post moderno, in cui mi abbandono, lo rivendico, a un artigianato da teatro poverissimo, in cui mi diverto a trattare buffonescamente materia seria o a giocare in direzione opposta.
Un divertissement, che non rinuncia al kitsch, e che come tale va preso, nonostante chieda molto al pubblico. Eppoinulla è diviso in tre sezioni: Le variazioni, Le antifilastrocche e Le tragedie, con una preazione, un intermezzo e un commiato. Mi sono lasciato affascinare dall’idea di una sorta di lecture, con tanto di slide, video, interventi audio che talvolta approfondiscono la materia trattata, talvolta tentano di sviare il discorso, ma nel complesso tessono una ragnatela che cattura sensi, suoni, riferimenti, suggestioni. I brani presentati appartengono prevalentemente alla raccolta non edita: “Le Quindici (variazioni intorno all’arrotino e altro)” con incursioni in “Butterfly e altri in.etti”; si tratta di composizioni in gran parte destinate alla “rappresentazione” dal vivo, in particolare nei poetry slam.

23 novembre – ore 21:00
Dietro le quinte danza
ALLE RAUS – TUTTI FUORI
coreografie e regia di Ilaria Frau

Tema dello spettacolo è uno spaccato della vita quotidiana degli anni trenta prima dell’entrata in vigore delle leggi razziali; quando ancora le giovani donne sognavano una vie en rose, i bimbi giocavano spensierati e gli uomini ammiravano affascinanti e sensuali ragazze negli spettacoli di cabaret. Questa quotidianità viene interrotta dall’entrata in vigore delle leggi razziali, quindi la creazione dei campi di prigionia ed infine lo sterminio di milioni di persone. “Alle raus” “tutti fuori”, era l’ordine che i soldati nazisti impartivano ai prigionieri per farli uscire dai treni o dalle baracche, ma può essere usato come monito affinché si stia “tutti fuori” dalle guerre e dalle ingiustizie perché l’umanità impari a non ripetere gli errori che, purtroppo, ancora oggi si ostina a commettere. Per non dimenticare e nella speranza che l’uomo, un giorno, impari a dare il giusto valore nei confronti della vita di un altro essere umano.