ROSSO MALPELO – sabato 29 febbraio e domenica 1 marzo – ore 18:00 – teatro ferroviario
Questo fine settimana presso il Teatro Ferroviario prosegue l’unica, vera stagione di teatro per ragazzi in Sardegna: FAMIGLIE A TEATRO organizzata dalla compagnia La Botte e il Cilindro.
Si tratta della trentesima stagione. Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento classico per tutte le famiglie con spettacoli, in pomeridiana festiva e pre-festiva, dedicati ai bambini e ai ragazzi dai tre anni in su.
Sabato 29 febbraio e domenica 1 mazro alle ore 18:00 va in scena ROSSO MALPELO della compagnia La Botte e il Cilindro. Giovanni Verga, quando scrisse Rosso Malpelo, parlava di una storia di bullismo, di sopraffazione, di sfruttamento del lavoro minorile. Lo spettacolo parte da questo contesto, per raccontare ai nostri ragazzi quanto sia importante avere piena coscienza dei propri diritti.
CARNET STAGIONE
10 INGRESSI > € 50
Il carnet comprende 10 ingressi che ciascuno può acquistare e utilizzare durante tutta la stagione. Il carnet non è nominativo, questo significa che si può usare con parenti e amici con un massimo di 5 ingressi per ogni spettacolo. Il giorno dello spettacolo dovrai convertire gli ingressi in biglietti. Il carnet non da diritto al posto assegnato. Ti consigliamo di arrivare in teatro alle 17:30, orario di apertura della biglietteria.
Puoi acquistare il carnet nella biglietteria del teatro nei giorni di spettacolo di Famiglie a Teatro. Puoi prenotare il tuo carnet inviando una mail a bigliettibottecilindro@gmail.com
BIGLIETTI
Ingresso € 8 – Ridotto € 5
E’ possibile prenotare i biglietti solo inviando una mail a bigliettibottecilindro@gmail.com entro le ore 15:00 del giorno dello spettacolo. Non è possibile prenotare telefonicamente. Saranno valide esclusivamente le prenotazioni per le quali si riceverà conferma scritta per mail. La biglietteria apre alle ore 17:30. La scelta dei posti in teatro è libera.
La Botte e il Cilindro
ROSSO MALPELO
di Daniela Cossiga e Antonella Masala
dalla novella di Giovanni Verga
con Bloomy Brandon, Cosma Cossiga, Daniela Cossiga e Antonella Masala
in collaborazione con Amnesty International / Rete Dafne
disegno luci Paolo Palitta
scenotecnica Michele Grandi
Foto Sara Sechi
Grazie a Mario Chessa e Cava Eredi Usai Ittireddu
“Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riuscire un fior di birbone. Sicché tutti alla cava della rena rossa lo chiamavano Malpelo; e persino sua madre col sentirgli dir sempre a quel modo aveva quasi dimenticato il suo nome di battesimo”.
Giovanni Verga, quando scrisse “ Rosso Malpelo”, parlava di una storia di bullismo, di sopraffazione, di sfruttamento del lavoro minorile, quando ancora questi temi non erano entrati di prepotenza, come accade oggi, nella discussione quotidiana e nell’esperienza dei nostri ragazzi.
La letteratura ha contribuito a raccontare storie di esclusione e prepotenza insieme a tutto ciò che ruta attorna al tema della violazione dei Diritti dell’Infanzia. Malpelo è una vittima del bullismo, viane escluso e preso in giro dai suoi compagni, accetta punizioni senza protestare ma, ancora prima di riceverle
La letteratura ha contribuito a raccontare storie di esclusione, prepotenza e quindi tutto quello che ruota attorno al tema della volazione dei Diritti dell’Infanzia. Malpelo è una vittima del bullismo, viene escluso e preso in giro dai suoi compagni, accetta punizioni senza protestare ma, ancora prima di riceverle, è pronto a vendicarsi con triplicata crudeltà.
Malpelo sceglie la via sbagliata, diventando egli stesso da vittima carnefice.
Il modo di oggi è molto diverso da quello di Giovanni Verga, tuttavia, nella sua semplice
crudeltà, Rosso Maplelo riesce ancora a toccare il cuore, perché, seppure in contesti diversi, il tipo di esperienza è la stessa. Chi non ha subito almeno una volta e in forme diverse, piccoli o grandi atti di prevaricazione? Questo spettacolo propone anche una riflessione sui motivi che spingono un bullo a diventare tale; una sorta di esercio di civile empatia.