FANTASIA ORIENTALE
di Nadia Imperio
regia Pier Paolo Conconi
con Nadia Imperio, Luisella Conti,
Consuelo Pittalis, Stefano Chessa
disegno luci Paolo Palitta
scenotecnica e fonica Michele Grandi
costumi Luisella Conti e Nadia Imperio
La storia
C’era una volta, nella lontana Cina, una principessa. Era l’unica figlia del re di Pechino, ed era famosa in tutto l’Oriente per tre motivi: era bellissima, intelligente e crudele. I suoi sudditi sarebbero stati contenti che la loro principessa prendesse marito, ma lei aveva fatto voto di non sposarsi mai. Il re insisteva, così sua figlia aveva escogitato un trucco per rimandare le nozze all’infinito: si sarebbe sposata solo con il pretendente che avesse risolto tre enigmi da lei stessa inventati. Chi avesse osato sfidarla e avesse perso avrebbe avuto la testa tagliata.
Da quel giorno centinaia di principi e re di ogni parte della terra tentarono la prova e fallirono: gli enigmi proposti dalla principessa sembravano irrisolvibili. Ma un giorno si presentò alla corte cinese un principe sconosciuto, che aveva perduto trono e corona, e che, veduta la principessa da lontano, se ne innamorò perdutamente, tanto da trovare il coraggio di sfidare la terribile sorte. In molti tentarono invano di dissuaderlo, ma lo sconosciuto volle tentare, e con grande stupore e felicità della corte e di tutto il reame, vinse. Non solo: poiché la principessa insisteva a non sposarlo, la sfidò a sua volta a scoprire, nel tempo di una notte, il suo nome. Fu proprio in quella notte che lei si accorse di amarlo, e quando, a giorno fatto, la corte si riunì, la principessa diede la sua risposta: l’amore aveva vinto.
Le fonti, i linguaggi, le tecniche
Questa novella orientale ha richiami nel mito di Edipo e della Sfinge e ha dato origine a tante famose versioni; la più famosa è senza dubbio Turandot, la fiaba di Carlo Gozzi, divenuta poi opera lirica di Puccini, ma altrettanto conosciute sono le fiabe di Andersen Il compagno di viaggio e quella di Giacosa, ambientata in Val d’Aosta nel Medioevo.
La nostra versione propone un primo approccio divertente e insieme affascinante al linguaggio del teatro delle ombre, che proprio in Oriente ha le sue origini, e che nel racconto alterniamo al teatro d’attore, in un gioco che in alcuni momenti finisce per diventare interazione fra l’attore in carne ed ossa e le silhouettes in nero che agiscono dietro il loro schermo. I bambini seguiranno gli sviluppi della storia, rappresentata anche attraverso l’uso di maschere e pupazzi, ma potranno anche essere coinvolti nel racconto dagli attori-animatori che, eseguendo a vista cambi di costume e animazione delle silhouettes, introdurranno i bambini alla dimensione dinamica del teatro, in cui entra e si esce dal proprio personaggio a seconda del momento, esattamente come fa il bambino quando gioca.
PRESENTAZIONE Sassari News 11.12.2014
Fantasia orientale al Ferroviario di Sassari