PER ANNE FRANK
con: Consuelo Pittalis, Roberta Solinas, Margherita Lavosi, Luisella Conti,
scenotecnica e fonica Michele Grandi
disegno luci Paolo Palitta
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NUOVA PRODUZIONE 2020
LA BOTTE E IL CILINDRO
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Prima traccia di uno spettacolo in evoluzione.
Perché Anne Frank? Chi sei così importante da essere una delle tante anime di Bob Dylan insieme ai Rolling Stones e Indiana Jones? Con il Covid abbiamo sperimentato quanto è duro essere obbligati a rimanere chiusi in casa e tu sei stata obbligata nel nascondiglio senza poterti neanche affacciare alla finestra per quasi due anni per il covid del Nazismo. Chi sei?
Umana, e fragilissima, come ogni adolescente. Non volevi morire. Non così, il tuo diario è un inno alla volontà di vivere.
Tu scrivi : “La cosa bella per me è poter scrivere i miei pensieri ed i miei sentimenti, altrimenti soffocherei completamente».Sai scrivere e sei scrittrice e sai toccare le corde intime delle emozioni e della riflessione del lettore, il tuo diario si legge come scorre nella gola con piacere un bicchiere d’acqua fresca quando si è assetati, non ci si annoia mai, non si mette il libro da parte perché è una lettura scolastica
che cosa mi fai pensare?
“ Non dimenticare”, mi dici e quando leggo nelle cronache di oggi di Willy, di Maria Paola e di Ciro che correvano solo verso la loro libertà, di tutte le donne che vengono uccise dall’odio idiota del maschio, dei bambini migranti nel campo profughi di Moria, sull’isola greca di Lesbo, di George Floyd che disse 20 volte “non respiro”( E l’agente rispose: “Allora smettila di parlare”).
Allora capisco.
C’è chi vuole farci dimenticare: Il 63% degli americani, due terzi dei giovani, non sa cos’è l’Olocausto , non conosce la Shoa, ignora Aushwitz. Molti continuano a rifiutare l’esistenza dei lager, a sminuire l’orrore che i diretti testimoni hanno riportato.
“ Nessuno vi crederà!” dicevano le SS ai prigionieri dei lager.
Se tutti avessero smesso di parlare , di scrivere, di testimoniare, e Anne Frank scrive nel diario:
“A che cosa serve mai la guerra? Perché gli uomini non possono vivere in pace? Perché distruggere tutto?…perchè gli uomini devono soffrire per la fame, quando in altre parti del mondo si lasciano marcire i cibi? Non è solo colpa dei governanti, la piccola gente fa altrettanto volentieri, altrimenti i popoli si sarebbero ribellati già da tempo…E’ un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché sembrano assurde e inattuabili…continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte il rombo…che ucciderà noi pure…eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto volgerà nuovamente al bene…”
E ancora di più ti voglio conoscere, Anne Frank, quando mi dici: “Puoi anche ridere e non credermi, non me ne importa niente, so di essere una persona indipendente e non mi sento affatto di rendere conto a voi. Delle mie azioni devo essere responsabile solo davanti a me stessa”.
Bobby Kennedy sosteneva che “Ogni volta che un uomo difende un ideale, agisce per migliorare il destino degli altri, o lotta contro un’ingiustizia, trasmette una piccola onda di speranza.”