TUTTI AL MACELLO – sabato 30 gennaio alle ore 20:30 – Teatro Ferroviario
Sabato 30 gennaio alle ore 20:30 andrà in scena lo spettacolo TUTTI AL MACELLO di Boris Vian. Si tratta dell’esito scenico del laboratorio teatrale condotto da Pier Paolo Conconi ed organizzato dall’associazione Materia Grigia in collaborazione con La Botte e il Cilindro. Il laboratorio si è svolto nell’anno 2015 presso il Teatro Ferroviario con una durata di circa 30 incontri.
Quest’anno il laboratorio compie 25 anni e per l’occasione si riprende da dove si era partiti. Nel 1990, infatti, il laboratorio fu basato su uno studio del testo di Boris Vian. Un testo che se la prende con i Signori della guerra, con coloro che la sostengono, che vi partecipano, ma anche con coloro che la subiscono senza opporvisi, anteponendo le loro piccole-grandi questioni quotidiane all’urgenza di arrestare questo massacro spaventoso, questo macello generale che non conosce epoche, frontiere, colori, lingue.
Ingresso € 7,00
TUTTI AL MACELLO
di Boris Vianregia Pier Paolo Conconi
con Anna Argenziano, Cinzia Chiodino, Grazia Desole, Jacopo Falugiani, Alessandro Ginatempo, Alberto Mancosu, Silvia Marinu, Irina Mastinu, Andrea Monti, Laura Mulas, GianFranca Nieddu, Lorella Pepe, Marco Pintus, Simone Saiu, Gabriella Salaris, Giuseppe Sanna, Andrea Scarpa, Maria Lucia Sias, Carlo Sechi, Mary Soro, Tiziana Sotgiu, Piera Tirotto
Sbarco in Normandia. Mentre dal cielo piovono bombe paracadutisti e quant’altro, un macelliere, detto “lo scorticatore”, squarta in tutta serenità cavalli ed esseri umani, senza guardar troppo per il sottile e senza farsi troppe domande. Quello che fu chiamato “il giorno più lungo” è, per lui come per i membri della sua famiglia, una giorno come gli altri, buono per riempire la sua fossa maleodorante di altra carne cruda, carne da macello…
Boris Vian, ingegnere, poeta, trombettista jazz, autore teatrale, romanziere, compositore, cantante, traduttore, esperto di fantascienza, direttore artistico di case discografiche, critico musicale, “patafisico”, amico di Duchamp, Miles Davis, Duke Ellington…
Nato nel 1920 a Ville-d’Avray, questo artista eclettico ebbe sempre il coraggio di schierarsi in prima persona contro le ingiustizie e le incoerenze della società del suo tempo, combattendole con le sue armi migliori : l’intelligenza, il sarcasmo, la provocazione, il senso del comico.
Nel 1950, quando la seconda guerra mondiale si era appena tragicamente conclusa con la follia nucleare, Boris Vian penso’ bene di debuttare in un teatro parigino con la pièce “Tutti al macello” (Equarissage pour tous). Dietro un tourbillon di gags, di non-sense precursori dell’universo di Monthy Pyton, di situazioni grottesche e surreali, si celava il grido disperato di un uomo contro la guerra. Grido che fu ascoltato e apprezzato dal pubblico, che premio’ la commedia con presenze record, ma che fu volontariamente e goffamente travisato, tranne qualche eccezione, dalla Critica dell’epoca, che lesse la pièce come un vero affronto alla Memoria, un’offesa a tutti i figli della Patria caduti in battaglia, dalle cui ferite sgorgava ancora il nobile sangue del sacrificio bla bla bla…. Boris Vian fu accusato di anarchia e di qualunquismo (due cose esattamente opposte, a mio modesto parere, se si intende per anarchia la capacità dell’individuo di partecipare alla costruzione di una società senza il bisogno di un papà-controllore o di forme di repressione).
Tutti al macello (titolo eloquente) se la prende con i Signori della guerra, con coloro che la sostengono, che vi partecipano, ma anche con coloro che la subiscono senza opporvisi, anteponendo le loro piccole-grandi questioni quotidiane all’urgenza di arrestare questo massacro spaventoso, questo macello generale che non conosce epoche, frontiere, colori, lingue.